Licenziamento collettivo Air Italy

Crisi Air Italy, licenziamento collettivo per 1450 dipendenti?

La Compagnia ha quasi 400 milioni di passivo e sta dismettendo. I primi a rischiare sono di lavoratori di Malpensa e Olbia per i quali sarebbe pronte le lettere di licenziamento

Quasi 400 milioni di passivo negli ultimi due anni hanno portato ad una svolta drammatica nella vicenda di Air Italy (la compagnia che ha preso il posto di Meridiana).

Dismissione dei due poli aeroportuali, a Milano Malpensa e Olbia, ma soprattutto licenziamento collettivo per tutti i 1.450 dipendenti.

In realtà almeno per il momento è partita soltanto la prima fase, quella dello smantellamento relativo ai beni. Ma nell’ultima conference call tra i commissari che si occupano della liquidazione e i dirigenti di Air Italy è emersa anche l’ipotesi più drastica.

Quella cioè relativa all’interruzione immediata del rapporti di lavoro per tutti i dipendenti: 900 di loro sono attualmente occupati a Malpensa e il resto nello scalo sardo della Compagnia.

Le lettere di licenziamento non sono ancora partite, anche se i sindacati temono che già all’inizio della prossima settimana possano farlo. Ma i liquidatori sono stati chiari, prospettando in una nota di voler adottare “tutte le misure possibili di sostegno al reddito, compatibili a norma di legge con la procedura di liquidazione stessa”.

La formula scelta dai liquidatori di Air Italy è quella della cosiddetta ‘liquidazione in bonis’, un percorso previsto dal Codice civile e che prevede di poter intraprendere la strada del licenziamento collettivo entro un massimo di 75 giorni. Quindi ci sarà tempo sino alla fine di maggio in realtà per far partire le lettere.

Un tempo che potrebbe essere sufficiente al governo Conte per trovare soluzioni alternative, anche se in realtà nessuno, a cominciare dal ministero del Lavoro e da quello dei Trasporti, finora è stato consultato.

In programma c’è un incontro, convocato per il prossimo 20 febbraio a Roma, al quale parteciperanno i rappresentanti delle due regioni interessate, Lombardia e Sardegna, oltre ai sindacati di settore.

La ministra De Micheli (Infrastrutture e Trasporti) ha già inviato una lettera ai commissari per chiedere di adottare una procedura diversa, perché così gli unici ad essere penalizzati saranno i lavoratori.

L’unica via di salvezza vera, almeno per loro, sarebbe l’intervento di un’altra società pronta a rilevare Air Italy, ma con quella situazione debitoria è quasi impossibile che succede.

La prima a chiamarsi fuori è stata Ryanair, nelle scorse settimane indicata come possibile acquirente in tutto o in parte.

Non c’è nessun interesse da parte del colosso nel trasporto passeggeri low cost. Ma la società ha fatto anche sapere di essere in trattative con l’aeroporto di Olbia per far nascere lì una sua nuova base e rilevare alcune tratte dalla Sardegna al resto d’Italia.

Ma nelle ultime ore Ryanair, così come Easyjet e Alitalia, in qualche modo ha approfittato della situazione perché vanno salvaguardati anche i passeggeri, rimasti a terra senza preavviso.

Le tre Compagnie hanno varato una politica di sconti per coloro che avevano prenotato con Air Italiy.

In particolare EasyJet prevede una tariffa fissa di 39,99 euro per i voli tra Milano Malpensa e Napoli, Cagliari, Catania, Palermo, Lamezia Terme e Tenerife tra il 26 febbraio e il 31 marzo 2020. Alitalia invece propone uno sconto del 20% per i voli tra Milano e Roma, Napoli, Cagliari Catania, Palermo, Lamezia Term acquistando il biglietto entro il 29 febbraio (e utilizzandolo entro il 15 marzo).

E Ryanair ha pronte tariffe speciali per voli fino a maggio da e per Milano Malpensa, Cagliari, Catania, Lamezia, Orio al Serio, Napoli e Palermo.

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