Licenziamento del dipendente che viola privacy dei clienti

licenziamento per violazione privacy cliente

Il datore di lavoro può licenziare il dipendente che spia i clienti?

Molti lavori prevedono il contatto con informazioni personali dei clienti, ed è risaputo che “l’occasione fa l’uomo ladro”. Il libero e facile accesso a tali dati, però, non equivale alla facoltà di consultarli a proprio piacimento.

L’etica professionale imporrebbe il rispetto per il cliente, ma quando questa viene meno, e si approfitta della propria posizione, allora, intervengono anche le norme a tutela della privacy – e non solo.

Oltre a rischiare una causa per risarcimento danni, infatti, si rischia finanche il posto di lavoro, come ha ben chiarito la recente pronuncia degli ermellini.

Ma andiamo con ordine. Qual è il ragionamento fatto dagli ermellini, che li ha condotti a pronunciarsi favorevolmente rispetto al possibile licenziamento del dipendente che approfitta del proprio lavoro per appropriarsi di informazioni personali altrui ?

Andiamo a scoprirlo insieme.

Cassazione: sì al licenziamento del dipendente che spia le informazioni dei clienti

La pronuncia con cui gli ermellini si sono espressi favorevolmente rispetto al possibile licenziamento del dipendente che spia e si appropria di informazioni personali dei propri clienti, è una pronuncia recente e ancora caldissima: si tratta infatti della sentenza n. 14319 del 09 giugno 2017.

Nel caso in esame, era stata una operatrice di call center a cercare i dati di un cliente della propria azienda e a venire licenziata. I casi simili, però, sono pressoché infiniti.

Pensate a chi lavora in una agenzia assicurativa oppure in una banca e può carpire informazioni personali rispetto alle situazioni economiche, oppure chi lavora presso dei negozi di operatori telefonici e può accedere a numeri telefonici e indirizzi: gli esempi, come dicevo, sono veramente quasi infiniti.

Come risaputo, però, questi dati non sono di libero accesso per qualsivoglia fine, ma devono essere utilizzati al solo scopo per il quale il cliente ha firmato la liberatoria per la privacy, altrimenti non solo il dipendente, ma la stessa azienda, rischiano una causa per risarcimento del danno.

E’ proprio in tale ottica che la Corte di Cassazione si è pronunciata a favore del licenziamento del dipendente che utilizza per scopi personali tali dati.

Il dipendente, infatti, perde la fiducia dell’azienda che rischia un danno di immagine serissimo: chi di voi si rivolgerebbe ad un’azienda dove è noto che i suoi dipendenti prelevano i dati personali dei clienti? Ovviamente nessuno!

Gli ermellini hanno aggiunto che il licenziamento, a maggior ragione, può avvenire se colui che spia tali dati non avrebbe accesso a quell’area.

Quindi, anche se avete adocchiato una bella ragazza o un bel ragazzo e volete solo garbatamente invitarlo ad uscire, pensateci bene se “il gioco vale la candela!”.

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    licenziamento, lavoro & mobbing
    Avvocato lavoro e immigrazione , web writer