Ventimiglia, licenziato il ‘furbetto’ del cartellino in ferrovia
Un dipendente di Rfi qualche mese fa era stato sorpreso su un treno diretto al Sud mentre avrebbe dovuto essere in servizio. Oltre al suo licenziamento sono stati anche sospesi due colleghi
È costato carissimo a tre dipendenti del settore manutenzione ligure di Rfi, in servizio solitamente tra Savona e Ventimiglia, il ‘vizietto’ di timbrare il cartellino tra di loro per coprire il fatto che mentre era prevista la loro presenza al lavoro in realtà erano da un’altra parte: uno è stato licenziato in tronco e gli altri due sono stati sospesi dal lavoro.
Un’inchiesta interna cominciata diversi mesi fa e che soltanto adesso è arrivata a conclusione, su input della Direzione territoriale produzione di Genova.
Tutto è nato da un episodio banale : il dipendente poi licenziato stava viaggiando su un treno diretto al Sud Italia e alla richiesta del biglietto da parte del controllore aveva mostrato il suo tesserino per giustificare il fatto di non averlo.
Da lì era nata una discussione che aveva portato alla segnalazione dell’uomo e si era scoperto che quel viaggio non avrebbe potuto farlo perché nelle stesse ore era previsto in servizio a Ventimiglia.
Sospesi dal lavoro anche i colleghi
Ulteriori controlli hanno permesso quindi di scoprire la pratica dei tre dipendenti: i due colleghi dell’uomo avrebbero dovuto segnalare la sua assenza ingiustificata ma non l’hanno mai fatto e anche successivamente,una volta aperta un’inchiesta interna, sono risultati reticenti probabilmente perché l’avevano coperto timbrando per lui il cartellino.
Così loro sono stati sospesi dal lavoro per una decina di giorni mentre l’assenteista è stato licenziato per giusta causa.
Il ferroviere licenziato ora ha preannunciato ricorso perché esiste già una richiesta di mediazione presentata dai sindacati ma come fa sapere la Direzione territoriale di produzione Rfi in una nota riportata da ‘Il Secolo XIX’ “i provvedimenti attuati nei confronti dei tre ferrovieri sono previsti dal contratto di lavoro e sono dovuti ad un’attenta e minuziosa indagine interna che ha portato a riscontrare le loro responsabilità. È stato accertato che il dipendente si trovasse in orario di lavoro in altra località”.